2.1 Desde el Ave Maria hasta la Fontana de Oro
Fragmentos*
http://media.putfile.com/1-Ave-Maria
http://media.putfile.com/2-Sorelle-in-humilta
http://media.putfile.com/3-E-poi-sorelle-in-gioia
Libreto
[
L'interno di un Monastero. La chiesetta e il chiostro. Nel fondo, oltre gli archi di destra, il cimitero; oltre gli archi di sinistra, l'orto. Nel mezzo della scena, cipressi, una croce, erbe e fiori. Nel fondo a sinistra, fra piante di acoro, una fonte il cui getto ricadrà in una pila in terra.
Si apre il velario.Tramonto di primavera. Un raggio di sole batte al disopra del getto della fonte. La scena è vuota. Le suore son in chiesa e cantano]
CORO DI SUORE
interno
Ave Maria, Ave Maria,
piena di grazia, il Signore è teco,
Due converse, in ritardo per la preghiera, traversano la scena; si soffermano un istante ad ascoltare un cinguettio che scende dai cipressi, quindi entrano in chiesa.
Tu sei benedetta fra le donne,
benedetto il frutto del ventre tuo, Gesù.
Suor Angelica, anch'essa in ritardo, esce da destra e si avvia in chiesa, apre la porta e fa l'atto di penitenza delle ritardatarie che le due converse non hanno fatto, ossia si inginocchia e bacia la terra; quindi richiude la porta.
SUOR ANGELICA
di dentro
Prega per noi peccatori, ora e nell'ora della nostra morte.
CORO DI SUORE
Prega per noi peccatori, ora e nell'ora della nostra morte.
E così sìa.
La preghiera termina. Le monache escono dalla chiesa a due per due. La Badessa si sofferma davanti alla croce. Le monache, passandole innanzi, fanno atto di reverenza. La Badessa le benedice, quindi si ritira a sinistra.
Le suore restano unite formando, a piccoli gruppi, una specie di semicerchio. La Sorella zelatrice viene, nel mezzo.
LA SORELLA ZELATRICE
alle due converse che sono passate prima
Sorelle in umiltà,
mancaste alla quindéna,
ed anche Suor Angelica,
che però fece contrizione piena.
Invece voi, sorelle,
peccaste in distrazione
e avete perso un giorno di quindèna!
UNA CONVERSA
M'accuso della colpa
e invoco una gran pena,
e più grave sarà,
più grazie vi dirò,
sorella in umiltà.
Resta in attesa della penitenza mentre la zelatrice medita.
LA MAESTRA DELLE NOVIZIE
alle due novizie, come spiegando
(Chi arriva tardi in coro,
si prostri e baci terra.)
LA SORELLA ZELATRICE
alle converse
Farete venti volte
la preghiera mentale
per gli afflitti, gli schiavi
e per quelli che stanno
in peccato mortale.
UNA CONVERSA
Con gioia e con fervore!
LE DUE CONVERSE
con entusiasmo
Christo Signore,
Sposo d'Amore,
UNA CONVERSA
avviandosi
io voglio sol piacerti,
Sposo d'Amor,
L’ALTRA CONVERSA
io voglio sol piacerti,
LE DUE CONVERSE
ora e nell'ora
della mia morte!
si ritirano compunte sotto gli archi di destra
Amen!
LA SORELLA ZELATRICE
a Suor Lucilla, porgendole l'occorente per filare
Suor Lucilla, il lavoro. Ritiratevi
e osservate il silenzio.
Suor Lucilla si avvia sotto gli archi di destra, prende la rocca che è sopra una panca e si mette a filare
LA MAESTRA DELLE NOVIZIE
alle due novizie, come prima
(Perché stasera in coro
ha riso e fatto ridere.)
LA SORELLA ZELATRICE
a Suor Osmina
Voi, Suor Osmina, in chiesa
tenavate nascoste nelle maniche
due rose scarlattine.
SUOR OSMINA
indocile
Non è vero!
LA SORELLA ZELATRICE
severa ma senza asprezza
Sorella, entrate in cella.
Suor Osmina scuote le spalle
Non tardate! La Vergine vi guarda!
Suor Osmina si avvia senza far parola. Le suore la seguono con lo sguardo fino a che non è scomparsa nella sua cella e mormorano:
SEI SUORE
Regina Virginum, ora pro ea.
Suor Osmina chiude bruscamente la porta della sua cell
LA SORELLA ZELATRICE
Ed or, sorelle in gioia,
poiché piace al Signore
e per tornare
più allegramente
a faticare
per amor Suo,
ricreatevi!
LE SUORE
Amen!
Le figure bianchi delle suore si sparpagliano per il chiostro e oltre gli archi. Suor Angelica zappetta la terra e inaffia l’erbe e i fiori (precioso)
SUOR GENOVIEFFA
gaiamente
Oh, sorelle, sorelle!
Io voglio rivelarvi
che una spera di sole
è entrata in clausura!
Guardate dove batte,
là, là fra la verzura!
Il sole è sull'acoro!
Comincian le tre sere
della fontana d'oro!
ALCUNE SUORE
È vero, fra un istante
vedrem l'acqua dorata!
E per due sere ancora!
È maggio! È maggio!
È il bel sorriso di Nostra Signora
che viene con quel raggio.
Regina di Clemenza, grazie!
Grazie!
UNA NOVIZIA
Maestra, vi domando
licenza di parlare.
LA MAESTRA DELLE NOVIZIE
Sempre per laudare
le cose sante e belle.
LA NOVIZIA
Qual grazia della Vergina
rallegra le sorelle?
LA MAESTRA DELLE NOVIZIE
Un segno risplendente
della bontà di Dio!
Per tre sere dell'anno solamente,
all'uscire dal coro,
Dio ci concede di vedere il sole
che batte sulla fonte e la fa d'oro.
LA NOVIZIA
E le altre sere?
LA MAESTRA DELLE NOVIZIE
O usciamo troppo presto e il sole è alto,
o troppo tardi e il sole è tramontato.
ALCUNE SUORE
con un accento di grande malinconia
Un altr'anno è passato!
È passato un altr'anno!
E una sorella manca…
Le suore, assorte, sembrano rievocare l’immagine della sorella che non è più
SUOR GENOVIEFFA
improvvisamente, con accento ingenuo e quasi lieto
O sorella in pio lavoro,
quando il getto s'è infiorato,
quando il getto s'è indorato,
non sarebbe ben portato
un secchiello d'acqua d'oro
sulla tomba a Bianca Rosa?
LE SUORE
Sì, la suora che riposa
lo desidera di certo.
Comentario
La ópera se inicia con un ambiente nebuloso, como si despertáramos de un sueño. El ambiente que se crea es un ambiente sencillo, sin ambiciones. Con este principio Puccini lo dice todo: nos hallamos en un lugar que discurre fuera del tiempo y del espacio, un lugar a ratos onírico, a ratos excesivamente real. Las monjas entonan un Ave Maria precioso, uno de los momentos donde Puccini utiliza música sacra tradicional italiana, combinando la voz de las monjas con música de campanas y con los vientos, que imitan los pájaros del patio del claustro. De entre las voces destaca una, la de Suor Angélica, lo cual tiene cierto sentido. Pensemos en esta ópera como un bajorrelieve, en el cual poco a poco se va destacando una figura de entre el conjunto. Pensemos en lo que veríamos en este momento si estuviéramos presenciando la ópera: un canto interno y unas jóvenes monjas que se apresuran a unirse a él. Entre éstas, comienza a destacarse Angélica, pero aun de forma bastante embrionaria. En el próximo capítulo veremos como empieza a tomar forma el personaje.
Las monjas salen de la capilla, acompañadas del canto de los pájaros y de las cuerdas graves, que parecen hacernos volver a la realidad. Comienza un diálogo enormemente curioso. Como ya veremos en el punto 3, en SA es imprescindible un buen equipo de comprimarias y un buen concertador de voces. El diálogo es ágil a la vez que sereno y noble. La voz de la Zelatrice la de la Maestra de Novicias deben sonar estáticas, repetitivas, como una letanía. Las respuestas de las monjas son más ágiles, pero deben mantener esa misma “disciplina” en el canto, ese continuum que las asimila a oraciones repetitivas. La Zelatrice y la Maestra de Novicias deben ir aumentando el tono autoritario en sus intervenciones, citando las penitencias a cumplir (compaña de respuesta de las monjas a capella, parecida a un himno). El pequeño climax es la riña a Suor Lucilla y Suor Osmina (la más rebelde). La frase “non tardate la Vergine vi guarda” supone la primera exposición de TEMA DE LO SAGRADO, que se repite en la respuesta de las monjas: “Regina Virginum, ora pro ea”. Veremos aparecer muy mucho este tema, expuesto por los vientos, y lo veremos transformarse y disfrazarse, pero siempre lo hallaremos en referencias a dos temas muy relacionados: la Virgen María y la idea de la maternidad. Cada vez que en la ópera aparezca algo relacionado con estas ideas, oiremos sonar el TEMA DE LO SAGRADO. Y, lógicamente, observaremos como el Milagro se halla construido sobre esta idea.
El dialogo termina con unas palabras de la Zelatrice que dan paso a otro de los motivos orquestales dominantes de la obra. Ese breve momento, esa melodía cantada por las cuerdas, se va a repetir en el interludio orquestal previo al milagro, y es usado por Puccini en los cambios de escena. Pasamos pues a una escena colectiva, donde vuelven a cobrar protagonismo los coros y la intervenciones cortas y basadas en melodías sencillas y pegadizas (“Un segno risplendente de la bontá di Dio”).
Aquí me gustaría detenerme en señalar el carácter de esas mujeres, esas monjas que llevamos viendo un buen rato. Fijémonos bien, son mujeres que no reaccionan como esperaríamos, que no se comportan como mujeres normales. En ellas hay un punto distinto, una mayor inocencia. Son como niñas grandes. Aisladas del mundo, el suyo es un microcosmos basado en una fe que propugna el amor filial, lo que las impulsa a comportamientos que nos pueden resultar noños o pacatos. Sin embargo, no dejan de ser mujeres que viven y sienten. Ya iremos viendo las consecuencias de esta dicotomía.
Para concluir con esta sección, vemos como esos sentimientos aparecen en el deseo, absolutamente inocente, de dejar flores en la tumba de una hermana muerta, en actitudes que no recuerdan a niñas pequeñas, como la sorpresa y alegría por la aparición del sol en la fuente. Pensemos que, en el fondo, estas mujeres no tienen más alegría que las que la cotidianeidad les otorga.
*Premio para el que adivine la versión que estamos utilizando para la Guía